(Roma 1936-2014) L’uomo, l’artista, tra il segno e il colore, raffinato e pulito attraverso immagini di se stesso che si riflettono con gli “Osservatori”, gestualità quotidiane tipiche che l’uomo vive e osserva nello stesso tempo e l’artista interpreta. Renato Mambor, negli anni ’60, epoca di grande fermento culturale e artistico, anche lui, insieme ad altri artisti, gravitava intorno a piazza del Popolo, artisti a confronto… uscendo fuori dagli schemi tradizionali della pittura e anche della figurazione…

Renato Mambor come Kounellis in mostra insieme, sviluppano “Segni e Segnali”, la pittura attraverso una comunicazione minimalista, ritmica e asettica. Dai “Rulli” a gli “Uomini Statistici agli Uomini timbro”, impronte di una contemporaneità pop, immagini che si ripetono e si riflettono, elementi di una pittura non più soggettiva ma oggettiva.

La sua pittura viene filtrata attraverso le esperienze praticate, dal Teatro allo Sport al Buddismo, l’arte di vivere in un segno raffinato, colto e riflessivo, fino alle opere recenti, frutto di una continua ricerca, perfezionista nel tratto e nel colore.
Mambor non ha prodotto molto (per questo i suoi lavori sono tra i più richiesti dalle gallerie, i musei e dal collezionismo internazionale), proprio per il suo linguaggio universale.